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ASSOCIAZIONE  "IL CASTAGNO"

 

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LA  FLORA DELLE NOSTRE MONTAGNE
 

 

In estate il paesaggio è di un colore verde intenso, la vegetazione a folta e rigogliosa
testimonia la sua semina avvenuta con le mani invisibili del vento e dei secoli e irrigata dalle sorgenti perenni

In autunno si vedono qua e là macchie di  colori diversi che vanno dal rosso bordeaux, al giallo e al marrone

In inverno le vette si  ricoprono di neve e rimangono imbiancate fino a primavera inoltrata 

 

 

La Flora

Non c’è bisogno di andare molto lontano dalle nostre case, basta affacciarsi dalla finestra
per poter ammirare paesaggi boschivi di rara bellezza

La vegetazione del nostro territorio  e dintorni è molto ricca e varia e particolarmente interessante
perché sono presenti anche specie rare, qualcuna purtroppo in via di estinzione, perciò protetta..


Si differenzia a seconda dell’altitudine

8OO ai 1OOO  metri

1OOO ai 16OO metri

13OO ai 15OO metri
 

Dagli 8OO ai 1OOO  metri
IL CARPINO NERO

(Ostrya carpinifolia)  Famiglia delle CORYLACEAE

E’ un albero di medie dimensioni, si adatta bene a qualsiasi tipo di suolo.

Alto fino a 2° m. con tronco dritto di colore bruno.

La sua corteccia è liscia e rossastra ornata di lenticelle biancastre  trasversali, da giovane, poi col tempo diventa rosso/nerastro.

I frutti sono a forma di cono, di colore bianco

Ha le foglie di forma ovale acuminate all’apice con doppia dentatura ai margini .

I fiori compaiono prima delle foglie, i maschili sono lunghi e penduli, i femminili corti e tozzi. Il suo legno è utilizzato come legna da ardere..
IL CERRO

(Quercus cerris )  Famiglia delle CUPULIFERE

Il fusto può raggiungere l’eccezionale altezza di 35 m. e un diametro di 2 m, è poco ramificato

Ha una chioma globosa e allungata.

Le foglie caduche ,sono profondamente lobate con lobi appuntiti.

I frutti sono delle grosse ghiande sormontate da una grossa cupola, con squame lunghe e ricurve.

L’apparato radicale è robustissimo e profondo.

Il legno veniva usato per costruire botti, non ha particolari utilizzazioni in falegnameria , è invece un buon combustibile.

La sua corteccia è ricchissima di tannino, viene usata nelle concerie, nella fabbricazione di vernici e nella medicina..

.Un vecchio detto dei nostri nonni così recitava :
"
Legno di cerro, farina di grano, sono la fortuna del cristiano”
LA QUERCIA

(Quercus pubescens Willd)  Fam. CUPOLIFERE

Per la sua struttura robusta e regale era ritenuta come simbolo di forza / saggezza e potere.

Può raggiungere anche 1000 anni.

La sua chioma è larga e arrotondata.

Il sistema radiale è molto profondo adatto a consolidare terreni instabili.

La foglia è oblata e oblunga con lobi separati da insenatura poco profonda e anche se secca

 rimane sul ramo fino all’arrivo di quella nuova.

I frutti sono acheni detti “GHIANDE” raggruppati a 3/4 con un breve picciolo sormontati da una cupola scagliosa.

Si adatta ai terreni più poveri , vive nei boschi insieme al cerro e al castagno.
Le sue fronde erano adoperate dai romani per incoronare i condottieri vincitori, oggi invece vengono usate per le corone dei caduti.             
Una delle nostre frazioni “CERQUA”=”QUERCIA” è stata chiamata così, perché tanti anni fa in Loco, ve ne era una enorme pianta.
Nei boschi che si trovano lungo la strada statale 471 di Leonessa dopo il centro abitato di Favischio vi sono tantissimi  esemplari di questa pianta.
L’ORNIELLO

(Frassinus ornus) Famiglia delle OLIACEAE.

E’ un piccolo albero alto fino a 1O m. con diametro di circa 5O cm.

La sua chioma è  ampia e arrotondata.

La sua corteccia è grigia e liscia.

I fiori, raccolti in pannocchie bianche fioriscono in aprile/giugno.

Le foglie opposte imparipennate, le gemme sono pelose. Il frutto è una samara bislunga lanceolata.

Il legno è resistente ed elastico e viene utilizzato per manici o per sostenere le viti.

L’ACERO

(Acer Pseudoplatanus) Famiglia delle SAQUIDACEAE

Grande pianta di profondo apparato radicale.

Il fusto può raggiungere fino a 40m. di altezza.

Le foglie hanno cinque lobi, e sono lucide nella parte superiore.

Il frutto è una samara accoppiata a due a due, con ali larghe fino a 2 mm.

La chioma è grande e bislunga.

Il legno è bianco/avorio impiegato per mobili, eliche di aereo e calci di fucile.

Si trova spesso con il Faggio e il Frassino.

In autunno le sue foglie assumono un caratteristico colore rosso sangue.
Dai 1OOO ai 16OO metri
IL FAGGIO

(Fagus Selvatica)  Famiglia delle CUPULIFEREAE.

Albero di grandi dimensioni

Il suo fusto può superare anche i 35 m .con un diametro superiore ai 2 m.

Ha una grande chioma rotonda, foglie oblunghe, acute e lucide.

Il frutto detto fagiola, è contenuto in un piccolo riccio, come nel castagno, quando è maturo si apre in quattro valve.

Il legno di faggio, molto duro, viene impiegato per mobili e traverse ferroviarie.

IL CASTAGNO

(Castanea Sativa Mill) Famiglia delle CUPULIFERAE.

Grande albero,  ha un fusto  e un apparato radicale molto robusto.

Ha  delle grandi foglie lanceolate seghettate.

Il  frutto, la “castagna”, è globoso schiacciato contenuto in un involucro a quattro valve irto di aculei detto “riccio” è ricco di proteine amidi e zuccheri, matura in ottobre.

Per gli abitanti di Favischio, la castagna è stata per decenni l’elemento base della sua economia.

Si mangiava  arrostita o lessata quando era fresca , oppure si faceva seccare e con la farina si preparavano una grande varietà di dolci.

Il legno è resistente, durevole e adatto alla costruzione di mobili e infissi.
Nel territorio di Favischio, nella località Colle di Gigi a 2 Km da Posta sulla strada statale 471 per Leonessa, in un bellissimo castagneto, si trova un  raro esemplare di castagno di circa 4OO anni, di proprietà della scrivente.
Per saperne di più cliccare su “albero monumentale”nel sito http://www.favischio.it/
IL CORNIOLO
(
Cornus  Mas L.)  Della famiglia delle CORNACEAE
A Favischio detto  “CRUGNALE”
Il suo arbusto è caducifoglio, molto ramificato alto circa 1,5/5 m.
Le foglie sono lunghe circa 1O cm. opposte, spicciolate ovali con nervature convergenti verso la punta.
I fiori sono molto piccoli  , di colore giallo, fioriscono in febbraio/marzo, prima che compaiano le foglie.
Il frutto matura in settembre, è una drupa ovoidale di circa  2  cm, all’inizio è verde, 
quando matura è rosso scuro.
Questo frutto  può essere usato per fare delle ottime marmellate, liquori, dolci e salse.
Si può usare sotto alcool come le ciliegie o in salamoia come le olive.
Cresce in terreni sassosi,  soprattutto su fondo calcareo.
Il suo legno durissimo,  molto resistente, veniva usato dai nostri nonni  per costruire attrezzi agricoli come : aratri, erpici, e doghe di botte.
Nel nostro territorio, vi sono molti cespugli di “crugnali” anche vicino il centro abitato, sulla strada che porta al mulino.
IL NOCCIOLO  O AVELLANO 
(Corylus avellano L.)
E’ un arbusto comune nei boschi freschi e profondi, alto dai 5 ai 1O metri, molto ramificato sin dalla base.I fiori maschili in amenti penduli giallastri, sono presenti dall’inverno fino a marzo, crescono prima delle foglie.I frutti detti “nocciole” sono circondati da un involucro fogliaceo, sono grossi acheni globosi , solitari o a gruppi.Maturano a settembre,vengono adoperate per preparare dolci e biscotti, ai quali conferiscono non solo aroma e sapore, ma
anche un grande apporto energetico.Costituiscono cibo per i piccoli roditori dei boschi, che nel nostro territorio sono tantissimi.Le foglie sono cordate, doppiamente seghettate acuminate, pubescenti.
E’ ampiamente presente sui monti di Favischio e dintorni, basta fare una  passeggiata attraversando il  Tascino , e salire verso la grotta di S: Giuseppe per trovarsi immersi in vasti boschi di nocciole.
Il suo legno  duro e pieghevole, è usato per lavori di intarsio.
I suoi rami molto flessibili, venivano intrecciati dai nostri nonni per costruire cesti..
I nostri pastori quando partivano con le greggi, verso la campagne romana, nel periodo della transumanza, si costruivano il bastone che li aiutava durante il viaggio, con il legno di nocciolo o avellano.

...rinnovato hanno verga d’avellano

e vanno pel tratturo antico al piano

come per un erbal fiume silente

sulle vestigia degli antichi padri...
 

 IL GINEPRO NANO
(Luniperus Communis) della famiglia delle cupressaceae
E’ un albero sempre verde molto presente sulle nostre montagne, cresce fino a 2OOO metri slm
E’ una pianta che si sviluppa formando dei cespuglietti alti da terra 6/ 7 cm.
Nei terreni magri ha la forma di cespuglio, invece nelle vallate ha l’aspetto di un piccolo alberello.
Le foglie aghiformi, appuntite disposte a tre a tre, sono solcate da una linea chiara nella parte superiore
I fiori sono di colore giallo/verdastro, disposti vicino l’ascella fogliare.
Fioriscono in primavera.
I frutti detti “coccole” impiegano ben tre anni per  maturare, il primo anno sono verdi il secondo anno, nere/bluastre
Le bacche a Favischio  si raccoglievano in autunno inoltrato, venivano fatte essiccare, poi se ne metteva un cucchiaio  precedentemente pestate, in infusione in una tazza d’acqua per 5 minuti.
Veniva usato come digestivo e contro il bruciore di stomaco.  
Si usano per aromatizzare la selvaggina , per produrre liquori (GIN) e per fare infusi medicinali
IL PRUNIOLO SELVATICO
(PRUNUS SPINOSA L) A Favischio ”SPROILLO”

Si trova particolarmente al margine dei campi, nelle siepi, e nei pascoli abbandonati.

Predilige suoli ricchi di sali nutritivi piuttosto profondi esposti al sole che si riscaldano tantissimo durante l’estate.

Spesso lo troviamo insieme a varie specie di rose ,con il crispino e la ginestra tubercolosa.

E’ un arbusto a fogliame caduco, alto  1/3 m., la corteccia è quasi nera, sui  rami più lunghi,quelli inferiori, vi  sono dei rametti spinosi.

I fiori isolati su corti rami recanti foglie squamiformi, si sviluppano molto prima delle foglie

I fiori , a breve peduncolo hanno un calice lungo 1/2mm. e i petali di 5/6 mm, fioriscono a marzo/aprile..

Il frutto è di forma sferica di 1O/15mm. è coperto da una patina blù , e a maturazione completa quasi nera, di sapore molto acido.

I frutti contengono una forte quantità di tannino, e sono buoni solo a totale maturazione.
Con essi si può fare un ottimo liquore digestivo.
L’UVA URSINA

(UVA SPINA) Della famiglia delle SASSIFRAGACEAE

 E’ una pianta   in via di estinzione, nel territorio di Favischio se ne trova qualche raro esemplare   alla CERASA e a SANTOGNA.

 Vive al margine del bosco, su un suolo poco compatto, argilloso o detritico  ricco di sali nutritizi spesso contenente carbonati.

Predilige ambienti umidi ma sopporta bene anche l’esposizione a pieno sole.

Riccamente ramificato, è provvisto di robuste spine

Il frutto è una bacca polisperma, di consistenza molle di colore verde chiaro o giallo, sull’apice si trova il residuo secco del calice.

La buccia è trasparente e lascia intravedere i semi  e la polpa.

I semi hanno un involucro gelatinoso

Fiorisce in aprile/maggio, il frutto si matura in luglio/agosto.,è ricchissimo di vitamina C, di acidi citrico e tartarico, di fibre, di fosforo e calcio.
IL SAMBUCO

(Sambucus nigra) Della famiglia delle CAPRIFOLIACEAE

 Cresce nei boschi, lungo le siepi, predilige suoli umidi..

A Favischio lo troviamo specialmente lungo gli argini del tascino, si presenta come un piccolo alberello.

Fiorisce da aprile a luglio i suoi fiori sono bianchi e profumati , i frutti sono piccole bacche nere.
Le nostre nonne li raccoglievano il giorno di San Giovanni, li facevano essiccare e li adoperavano per la cura di alcune malattie della pelle

Dai 13OO ai 15OO metri
IL TASSO

(Taxus bacata) della famiglia delle TAXACEAE.

Detto l’albero della morte perché tossico in ogni sua parte.

 E’ una delle piante più longeve, può raggiungere anche 2OOO anni di età.

Il suo tronco è breve  e irregolare, di colore bruno/rossastro/violetto.

I suoi rami sono sottili e crescono nella parte più alta dell’albero.

Le foglie sono aghiformi piatte, non pungenti , sono larghe da 1 a 3 m., la parte superiore è verde scuro lucente, quella inferiore è più chiara e opaca.

I fiori sono di 2 tipi: maschili e femminili i primi sono riuniti in infiorescenze globose i secondi sono solitari .

Produce falsi frutti rossi e zuccherini che circondano per metà il seme, la cui polpa è velenosa.
Il principio tossico è la TASSINA
L’AGRIFOGLIO  

(Ilex aquifolium) Della famiglia delle AQUIFOLIACEAE

 Pianta arborea sempre verde con foglie coriacee, lucide spinose,sono semplici e bifacciali di verde intenso nella parte superiore più chiare in quella inferiore.

I suoi frutti sono delle drupe di colore rosso vivo, la loro maturazione avviene in inverno Queste contengono un glucoside molto velenoso e se ingerite provocano gravi intossicazioni..I fiori sono unisessuali bianchi e profumati,molto piccoli; fioriscono in aprile/maggio.

Dalla sua corteccia si estrae una sostanza vischiosa chiamata appunto vischio .

Le sue bacche attirano numerosi uccelli, ma sono velenosi per l’uomo.

L’agrifoglio viene utilizzato per le decorazioni natalizie

Il suo legno è duro e compatto, molto apprezzato per lavori di ebanisteria e per sculture.
( pianta protetta da legge regionale)
IL SORBO

(dai caratteristici frutti rossi)
LO SCOTANO   

(Famiglia Anacardiaceae)
Utilizzato dalle nostre nonne per tingere la lana.

A volte è disteso a terra, oppure un alberello eretto che vegeta lungo i pendii rocciosi e vicino i ruscelli delle nostre montagne.

Le sue fioriture sono piumose e in autunno il suo aspetto è caratterizzato da sgargianti colori arancio/rossastro.

Questo arbusto è assai ricercato per la concia delle pelli, ricco di trementina e tannino.
IL GUANO

(Isatis tinctoria L.)  Famiglia CRUCIFARAE

Pianta che cresce lungo terreni umidi e rocciosi.

Veniva utilizzato dalle nostre nonne per tingere la lana di azzurro/indaco e come foraggio per il bestiame

Pianta erbacea bienne, sparsamente pelosa. Caratterizzata da un fusto alto fino a 120 cm.

In alto è ramificato con foglie astate  di colore verde scuro.

I fiori compaiono a maggio/luglio di colore giallo intenso riuniti in densi recenni terminali.

I frutti sono siliquette pendule oblunghe

IL PINO NERO

(pinus austriaca Hoess)

Pianta di  medie dimensioni .

Le foglie sono costituite da aghi rigidi, lunghi 10 cm. Riuniti due a due.

I frutti dette “pigne” di colore bruno, coniche, lunghe 5/7 cm.

Maturano in due anni.

La chioma è scura ovoide schiacciata alla base.

E’ una pianta rustica si adatta a tutti i terreni anche poveri

In Italia sono state effettuate grandi opere di rimboschimento negli anni 50/60.

Nella seconda metà degli anni Trenta, questo albero è stato adoperato dal  Fascismo per realizzare la scritta  “DUX”  sulla sommità del MONTE GIANO, Antrodoco come omaggio per la proclamazione dell’impero avvenuta in data 9 maggio 1936

Nel territorio di Favischio, sono presenti numerosi rimboschimenti di PINO NERO, promosso dall’Amministrazione Forestale negli anni 50, ai quali partecipò la maggior parte degli abitanti del luogo.

 

 

Castagno Monumentale - Comunità Montana - Alta Valle del Velino - Agriturismo "Dal Poeta"
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