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UNA FESTA D’ALTRI TEMPI A FAVISCHIO E CERQUA
BENVENUTI

Buona sera a tutti Voi,
che avete voluto condividere questo momento di aggregazione per festeggiare la figura di San Giuseppe da Leonessa, scelto dai nostri antenati come loro consolatore, e perciò, anche nostro
Partecipare a questa Festa, significa riscoprire le proprie radici e apprezzare i veri valori lasciatici in eredità.

In questi giorni, mentre collaboravo all’allestimento, mi sono venuti in mente i vecchi ricordi, le emozioni e le difficoltà che avevamo nella metà degli anni Cinquanta, quando preparare la Festa era un’impresa.

Mi ricordo che Pasquetta, la materassaia di Favischio, cominciando dalla fine di Agosto, portava me ed altre sei o sette ragazzine del Paese, in tutte le frazioni di Posta per chiedere le offerte per la Festa.

Partivamo la mattina, non appena diradava  la nebbia, portavamo con noi un sacchetto di tela e un panino per il pranzo.

Andare a Bacugno e nelle frazioni vicine, non era tanto difficile, perché il tragitto era pianeggiante e si percorrevano le strade anche se sterrate.

Andare a Villa e Laculo, era però una vera peripezia.

Salivamo la montagna per ore intere lungo i sentieri e sembrava che non si dovesse mai arrivare, Pasquetta ci spronava e ogni tanto ci faceva fare una sosta; poi finalmente, quando cominciavamo ad intravedere le prime case, prendevamo coraggio e facevamo l’ultimo sforzo.

Una volta arrivate, ci riposavamo un po’, mangiavamo il panino e poi cominciavamo a bussare a tutte le porte.

Devo dire che tutti ci accoglievano con cortesia e ognuno dava generosamente quello che poteva.

Le offerte erano raramente in soldi, ma per lo più in prodotti naturale come farina di grano, farina di granturco, patate, formaggio e uova fresche, che ognuna di noi metteva nel proprio sacchetto dicendo: “ Che San Giuseppe te lo ricompensi”.

Tutto questo andava avanti fino alle quattro del pomeriggio, dopodiché riprendevamo il viaggio di ritorno che terminava più o meno all’imbrunire.

Eravamo stanche e con le vesciche ai piedi, ma piene di soddisfazione per aver provveduto almeno in parte a quello che serviva per preparare la Festa.

Questi prodotti, poi venivano venduti e il ricavato si utilizzava per pagare l’interro allestimento.

Tutto questo appunto,  con grande entusiasmo e con la collaborazione di tutto il Paese.

Gli addobbi lungo il passaggio della Processione venivano preparati con i rami di ginestra piegati a forma di archetti, intervallati qua e là da qualche lampadina colorata.

La prima Processione con la statua di San Giuseppe si svolse nel 1932 e fu donata da Carmine Pica, così come pure il terreno dove poggia la Chiesa, che fu costruita con le offerte degli abitanti di Favischio e Cerqua.

La festa si svolgeva a Favischio, qui venivano organizzati dei giochi con i quali si potevano misurare la bravura, la forza e le capacità di ogni concorrente e cioè la corsa nei sacchi, il tiro al gallo, il tiro della fune e l’albero della cuccagna.

Per il passaggio della Processione ogni famiglia adornava al meglio la sua casa, esponendo sui davanzali delle finestre le coperte più belle

Le serate risuonavano delle rime dei poeti a braccio

A questo proposito vorrei ricordare Attilio Miani
l’ultimo poeta anziano della Cerqua, che ci ha lasciati da poco, ma che ha regalato la sua arte a Paolo Santini
che ancora la porta avanti, essendo spesso invitato a partecipare a riunioni di Poeti a braccio, che si tengono in tutta Italia.

Con pochi mezzi economici, ma con tanto amore e tanta fantasia, i nostri genitori ci hanno mostrato che si poteva portare avanti la Tradizione.

Oggi che i mezzi economici non mancano, purtroppo scarseggia invece la volontà di fare.

Questo racconto vuole essere uno stimolo per i giovani che con le loro capacità e con le tecniche moderne di cui dispongono, potrebbero sicuramente fare meglio di come facevamo noi, Cinquanta anni fa.

Questa sera verranno estratti i nomi dei Festaroli per il prossimo anno, speriamo che tutti accettino l’impegno, in modo da dare il cambio ai ”soliti volenterosi”, che pur di non far finire questa tradizione antica, si rimettono in campo.

A questo punto chiederei un applauso per loro:
Domenico Tosti
che come ogni anno lascia la sua attività, per essere con noi a preparare la sua ottima matriciana utilizzando sempre ingredienti di prima scelta
Anna Maria Centurelli
che domani accompagnerà i nostri canti con la sua musica
Maria Pica
Giuseppe Di Giampaolo
che sono state le pietre miliari di questa edizione della Festa 2010.

Spero di non avervi annoiati, ma questo è stato l’unico momento di aggregazione in cui potevamo parlare, auguro a tutti una tranquilla serata e BUON DIVERTIMENTO

Felicita Miani

CASTAGNO MONUMENTALE

ARRIVANDO DA ROMA  
LA VALLE PROVINCIA DI RIETI
LA NATURA COMUNITA' MONTANA
LE NOSTRE RADICI VALLE DEL VELINO
FESTA D'ALTRI TEMPI  
ERBE OFFICINALI POSTA
LA POESIA A BRACCIO Polisportiva di Posta
IL SANTO PATRONO Agriturismo "Dal Poeta"
LA FESTA PATRONALE  
I NOSTRI EMIGRANTI BACUGNO
I NOSTRI CADUTI Agriturismo "La Quercia"
ARRIVEDERCI  
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   

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